innovazione è cambiamento che genera progresso umano

lunedì 6 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di MARTINA E.: le forze dell'ordine tra Guerra & Pace



Nella storia dell’ umanità la questione della sicurezza è sempre stata al vertice delle problematiche di uno stato. Negli anni, o meglio, nei secoli, si è cercato il miglior modo possibile affinché l’ umanità passasse dal vivere secondo “lo stato di natura”, su cui hanno postulato filosofi tra cui Hobbes, ad un “vivere civile”, regolato da norme che potessero evitare i conflitti assicurando in questo modo la pace. Lo stato di natura è, secondo Hobbes, quell’ ipotetica condizione in cui gli uomini non sono ancora associati tra loro e quindi disciplinati da un apparato governativo e dalle relative leggi e ridotti, quindi a vivere in uno stato di continua lotta.

Con il passare del tempo, si è poi pensato di fondare forze armate o di polizia che fossero espressione delle istituzioni e che potessero garantire sicurezza e stabilità ai cittadini. Tra queste, in Italia, vi è l’Arma dei Carabinieri; un corpo armato nato nel 1814. Ha partecipato a diversi conflitti bellici compreso le due guerre più dure mai avvenute prima di allora, sia per il numero di morti, sia per l’utilizzo di armi altamente distruttive, tra cui la bomba atomica.
Durante il II Conflitto Mondiale, infatti, in particolar modo in Germania e negli Stati Uniti, ci si dedicò molto alle ricerche scientifiche per rendere possibile la costruzione della bomba atomica. Essa fu costruita e utilizzata dagli Stati Uniti che ne lanciarono due sulle città di Hiroshima e Nagasaki alla fine della II Guerra Mondiale demolendole distruggendole.
In Italia, poi, si aggiunge, nella seconda metà del ‘900, anche il fenomeno mafioso che diviene ben presto uno dei principali problemi da combattere, oltre che spunto di riflessione per molti intellettuali che decidono di trattare tale fenomeno nelle proprie opere per far sì che i cittadini si rendano conto dell’esistenza della malavita organizzata e della sua pericolosità.
Tra questi intellettuali vi è Leonardo Sciascia, scrittore siciliano che nella sua opera “Il giorno della civetta” denuncia l’omertà delle persone di fronte alla mafia ed invita a non abbassare la guardia perché la mafia può essere combattuta e sconfitta.
Ma anche l’ Inghilterra non è immune da atti criminali, perciò, durante l’Età Vittoriana si decide di istituire un corpo di polizia, i Bobbies, che potessero sorvegliare le strade e ridurre i crimini che spaventavano le persone che vivevano nelle grandi città.

Ben diverso è il discorso per quanto riguarda la Spagna e la Francia dove le forze armate erano ritenute crudeli e responsabili della morte di persone innocenti. La Francia, infatti, nel XX secolo fu impegnata nelle guerra coloniali, ricordiamo la Guerra d’ Algeria, durante le quali intere popolazioni subirono ingiuste torture o repressioni. I corpi armati francesi mantenevano queste popolazioni nella miseria e nell’ ignoranza con la forza. Molti intellettuali di questo periodo decisero di scrivere a favore dell’ indipendenza di questi paesi, tra di essi Jean-Paul Sartre.

La Spagna, invece, nel XX secolo vide il susseguirsi di due dittature: quella del generale Primo de Riveras e quella del generale Francisco Franco, durante le quali le popolazioni appartenenti ad etnie differenti, e possibili oppositori erano duramente repressi dalla Guardia civile; Federico Garcia Lorca, uno dei più importanti autori della letteratura spagnola, egli stesso fucilato durante la dittatura del generale Franco, scrisse “El Romancero Gitano”, di cui fa parte el “Romancero de la Guardia Civil”, che tratta della dura lotta tra i gitani e la Guardia Civile.

domenica 5 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di CRISTINA: Ascolta il Silenzio

"Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L’animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.” Scrive Charlie Chaplin.
Il silenzio non si ferma soltanto alla sua dimensione di fenomeno fisico e quindi di assenza di onde sonore, è anche qualcosa di più profondo e complesso.
Ci sono molti silenzi, tutti diversi fra loro e ciascuno cela il proprio significato, la propria emozione, il proprio segreto; spesso si tace perché si ha paura di parlare, perché si è timidi e riservati, perché si vive una situazione di crisi, perché si vuole celare o non si riesce ad esprimere un dolore troppo intimo e forte, perché ci è impedito o semplicemente perché non si sa cosa dire.
Il silenzio può essere allora il sostituto delle parole, il silenzio è l’idea in sé che si vuole esprimere, è il momento in cui si compone quella melodia di pensieri che verrà poi liberata attraverso la voce; il silenzio è il dialogo muto, è l’espressione di tali pensieri tramite uno sguardo, una smorfia del viso, un picchiettio nervoso delle dita sul tavolo.

Il silenzio è allora la sola cosa che ognuno di noi può fare veramente propria: i pensieri nascosti trovano la loro cassaforte nella mente e il loro codice segreto nelle parole non dette; le falsità e le bugie che ci circondano si sgretolano. Nel silenzio possiamo scappare e ci possiamo rifugiare: esso celerà il nostro essere colpevole, timido, distratto o deluso, nasconderà dolori e gioie, qualora noi saremo dei buoni mimi; celerà i nostri segreti in eterno.
Il silenzio inoltre, è a parer mio il mezzo di comunicazione più efficace e profondo in quanto si serve delle parole più belle…quelle non dette.



C’è un silenzio del cielo prima del temporale,
delle foreste prima che si levi il vento,
del mare calmo della sera,
di quelli che si amano,
della nostra anima,
poi
c’è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato.

venerdì 3 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di LUCA: Il mondo è bello perché è vario!



“Un giorno rimpiangerai la scuola ... tutta quest’ansia ti mancherà ... l’esame di Stato è una bellissima esperienza, vedrai e ti mancherà anche!”



Queste sono le tipiche frasi con cui siamo bombardati negli ultimi giorni. E’ vero, un giorno proverò un fortissimo groppo in gola al sol pensiero di questi giorni. Credo che questo sia dovuto al semplice fatto di aver concluso un percorso, non tanto scolastico -perché le cose da imparare sono tante e di certo non bastano cinque anni di scuola- ma più che altro sociale.

A maggior ragione noi ragazzi del linguistico veniamo spesso a contatto con culture differenti dalla nostra. Per esempio, l’esperienza che ho avuto all’ IMUN è stata di grandissimo aiuto per la mia formazione perché ha contribuito ad abbattere dei preconcetti che mi ero costruito. Inizialmente è chiaro sentirsi disorientati in una dimensione  nuova e diversa, ma la bellezza più grande è essere testimone della costruzione di nuovi spazi e nuove frontiere mentale che, si spera, verranno a loro volta abbattute e ricostruite per fare spazio a tante altre scoperte e considerazioni. 
Molto probabilmente questo è uno degli aspetti più significativi dell'esperienza IMUN, poiché mi ha spinto a pensare in maniera diversa da come ero solito fare. E’ proprio per questo, infatti, che ho scelto di centrare il mio percorso d’esame sulla la visione dell’altro e dell’altrove.

Partendo da quella che è un’introduzione di tipo filosofico sul concetto di globalizzazione, multiculturalismo e conformismo, elementi che in molti considerano il motivo dell’incremento del contatto tra culture diverse, ho voluto poi concentrarmi su quelle che sono le matrici di tipo storico legate alla migrazione, soffermandomi sul concetto di tolleranza, solidarietà, mixofobia e mixofilia. Tuttavia, in questo fermento culturale non bisogna lasciare nell’oblio quelle che sono le proprie radici ed è per questo che mi sono soffermato su questo elemento nell'affrontare alcuni autori della letteratura italiana, come Ungaretti e Pavese, e in lingua spagnola, come Skármeta e Allende. 
Per quando riguarda la cultura inglese, di chi avrei potuto parlare se non del celebre E.M. Forster e del suo “Passage to India”? 
Lo scontro tra due culture, infine, è una conseguenza inevitabile quando si tratta di globalizzazione ed è per questo che in francese ho analizzato il concetto di Xenofobia attraverso la produzione del poeta senegalese Léopold Sédar Senghor. 

Spesso e volentieri, a causa di problemi di tipo economico, politico e sociale, dimentichiamo la bellezza della diversità, la ricchezza che essa porta con sé e di conseguenza innalziamo una barriera per limitare l’accesso al diverso. La cosa più sbagliata da fare è concederlo a coloro che col tempo da diverso verranno ridotti al “noi”. Il mondo è bello perché è vario!

La Notte prima degli esami di STEFANO: Italia chiamò ... e nessuno rispose!



L'Italia chiamò... ma nessuno rispose


L'Italia chiamò ma nessuno rispose
ricordando la gloria
di vittorie valorose
quando fu schiava di Roma

Oh patria mia,
stuprata da mani corrotte,
bastonata dai tuoi figli
ma nessuno se ne fotte!

Perché ancora sento dentro
quel grande sentimento,
che ti unì con tanto amore
prima del Risorgimento.

Io non voglio scappar via,
come hanno fatto in molti
per riscattare la memoria
di tutti quelli che son morti,

combattendo per l'unione
di quel che fu popolo romano,
per il valore di quella nazione
dove scorre sangue italiano.

L'Italia chiamò,
alla ricerca della folta chioma
che continua a domandare...
dov'è la vittoria ?!

giovedì 2 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di MARTINA: Crisi e innovazione nella società del primo 900



Per il mio percorso ho deciso di prendere in analisi la prima parte del 900. Questo periodo fu caratterizzato sì dalla crisi ma anche da un susseguirsi di novità in diversi campi.
E' proprio sull'antitesi “crisi-innovazione” che ho deciso di incentrare il lavoro.
Questi due concetti apparentemente scollegati e diversi tra loro, in realtà sono strettamente connessi.
Il primo 900 è infatti stato segnato da conflitti o comunque da numerosi avvenimenti che hanno segnato la vita dell'uomo moderno. In primo luogo, abbiamo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914-1917) e la Guerra Ispano-Americana (1898), che determinano una grave crisi socio-economica, d'altra parte l'affermarsi delle teorie filosofiche di Nietzsche e Freud, che portano l'uomo a vivere una vera e propria crisi interiore. 
Questi avvenimenti hanno un peso rilevante nella vita dell'uomo; la guerra ispano americana ha come conseguenza la nascita di nuova tendenza letteraria in Spagna, la Generazione del 98, che vede tra i suoi principali esponenti Miguel de Unamuno. 
D'altra parte le teorie filosofiche venutesi ad affermare, in particolare quelle di Freud con l'introduzione del concetto d'inconscio, portano l'uomo a compiere un'analisi interiore e favoriscono la nascita del romanzo psicologico i cui principali esponenti sono Luigi Pirandello, in Italia, James Joyce, in Inghilterra, e Marcel Proust, in Francia.

Ad ogni modo le innovazioni di questo periodo non riguardarono solo in campo artistico-letterario ma anche il campo scientifico; è  proprio in questo periodo, infatti, che  il fisico Albert Einstein espose la teoria della relatività.

mercoledì 1 luglio 2015

La Notte prima degli Esami di LAURA: "Distopia tra realtà e fantasia"



L’argomento da cui sono partita per sviluppare il mio percorso è la saga di romanzi distopici intitolata "Divergent".

Perché proprio questo tema? Perché a seguito della lettura di altri romanzi dello stesso genere ho realizzato che quello distopico è il genere di libri che preferisco.

Parlare di distopia significa parlare dell’opposto dell'utopia, dove con utopia intendiamo l’ideale di società giusta e perfetta. In effetti la distopia non è altro che un’utopia realizzata e degenerata. 
Quello che più mi piace di questo genere è saper leggere tra le righe. Le società distopiche raccontate sono generalmente ambientate in un futuro prossimo, e lo scopo principale dell’autore distopico è proprio quello di fare una critica alla società in modo sarcastico.

La distopia letteraria è nata tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, che è probabilmente il secolo più duro della storia dell’umanità, epoca durante la quale si sono sviluppati e affermati i totalitarismi in Europa e soprattutto sono state combattuti i due conflitti mondiali e la successiva guerra fredda.

Ma nonostante ciò, la distopia non ha tempo. Le atrocità sono sempre state vissute nella storia dell’umanità e la nostra tendenza all’autodistruzione è qualcosa di innato. È per questo che trovo il genere distopico estremamente interessante e paurosamente attuale, perché nonostante le società distopiche siano frutto di fantasia, deformando e portando alle estreme conseguenze negative determinate situazioni, nascondono in sé il medesimo messaggio di allerta.

Ho scelto Divergent quindi, per dimostrare come un “semplice romanzo per ragazzi”, attraverso le vicende della protagonista, Tris, e della Società delle Fazioni, può farci aprire gli occhi sulla nostra società e la nostra storia, su cose che vediamo, sentiamo, viviamo tutti i giorni e ci condizionano senza che neanche noi ce ne accorgiamo.

la Notte prima degli Esami di MARIANNA: "L'Acqua che scorre, la vita che passa"



L’immagine che ho deciso di utilizzare come sfondo per il mio percorso raffigura la fontana di Puerta del Sol a Madrid. 
E’ guardando questa fontana che ho pensato alla frase: L’ACQUA CHE SCORRE LA VITA CHE PASSA. Questa frase, per me, simboleggia  una sorta di CARPE DIEM, e metaforicamente l'ho usata per parlare dello scorrere del tempo, simboleggiato in questo caso dall’acqua, che è inesorabilmente in relazione con il passare della vita. 
L’uomo ha bisogno del tempo, dipende da esso. 
Spesso si fa una corsa contro il tempo poiché è davvero poco e le cose da fare sono davvero troppe. L'obiettivo è quello di riflettere sul passare del tempo e su come le cose cambino inesorabilmente, anche se in modo graduale: “se davvero le cose cambiano inesorabilmente, perché l’uomo è sempre più concentrato su situazioni e su avvenimenti futili? Perché non inizia ad aprire gli occhi e a ‘guardare’ quello che davvero accade nel mondo?”.
A quanto pare il tempo potrà continuare a passare, ma le cose nella nostra società continueranno a non cambiare. 
Si deve sempre cogliere l’attimo, dobbiamo fare ciò che desideriamo e, anche se la società non cambia, NOI abbiamo il potere e gli strumenti per poter cambiare le cose e, quindi, per renderci e per rendere agli altri la vita migliore, anche se solo per poco “TEMPO”.